(#SG) Per chi viaggia attorno a una certa (età) Karate kid è un film fondamentale, quasi allo stesso livello di Ritorno al futuro. La storia dell’eccentrico maestro Myiagi che insegna il karate facendo tinteggiare la staccionata e dando la cera alle auto è rimasta nella memoria di una intera generazione di giovani spettatori.
Forse, però, quei commentatori, esperti, sedicenti economisti, editorialisti e simili che in questi giorni scrivono sui giornali della “guerra commerciale di Trump” in riferimento ai dazi proclamati lo scorso sabato, non l’hanno mai visto.
Se l’avessero visto avrebbero capito una cosa, cioè che i dazi sono uno strumento, che serve ad ottenere delle cose. Sono un mezzo rispetto ad un fine.
Nel film, il giovane Daniel-san imbianca la staccionata, dà la cera e toglie la cera all’automobile e non capisce perché il maestro non gli insegni i colpi di karate come vorrebbe.
Solo a un certo punto si accorge che nello svolgere quei lavori apparentemente insensati ha appreso i gesti e le movenze fondamentali del karate. Daniel si concentrava sulla staccionata da imbiancare senza capire che quel lavoretto era in realtà il suo allenamento. Il fine non era dare la cera all’automobile ma imparare i movimenti.
Allo stesso modo, i dazi del 25% che l’amministrazione americana ha deciso di imporre sulle merci importate da Canada e Messico non sono tesi alla “guerra commerciale”, come strepitano molti giornali, bensì ad assumere una posizione negoziale forte rispetto ad alcuni obiettivi di politica interna
Nei confronti di Messico e Canada, si tratta di limitare l’accesso indiscriminato di immigrati e frenare il contrabbando di materiali chimici. È bastata la sola minaccia dei dazi per muovere subito una trattativa che ha portato all’impegno dei governi di Messico e Canada a rinforzare il controllo dei confini con gli USA:
L’applicazione dei dazi è sospesa vista la disponibilità dei due paesi ad impegnarsi.
Dunque, come al solito, le decisioni di Trump vengono artatamente fraintese e non ricondotte alla loro essenza, che è puramente di politica interna. Il controllo delle frontiere è essenziale per la politica interna di Trump, anche rispetto alle promesse della campagna elettorale.
In 48 ore, la minaccia dei dazi ha sortito l’effetto di muovere due governi ad affrontare il problema che sta a cuore agli Stati Uniti. Il tutto mentre redazioni dei giornali sono ancora impastoiate nella retorica della guerra commerciale scatenata da Trump perché è cattivo.
Diversa è la questione della Cina. Gli USA hanno messo dazi sulla Cina già dal 2018 (prima amministrazione Trump) e Biden non li ha tolti, anzi li ha aumentati.
2018-> 25% su merci per un valore di 250 miliardi di dollari.
2019-> 15% su altri 120 miliardi di dollari di merci
2020-> riduzione di questi ultimi dazi dal 15% al 7,5%
2024-> dazi Biden 100% su auto elettriche, materiali green, acciaio, alluminio e semiconduttori
Il dazio medio totale sulla Cina è oggi del 14,5%. Con il 10% di aumento generalizzato deciso da Trump, il dazio sale dunque a circa il 25%. Allineamento con Canada e Messico, quindi.
Sulle categorie merceologiche l’impatto dei dazi alla Cina è diverso. L’aliquota media su elettronica, elettrodomestici triplicherà (dal 6% al 18%), mentre quella sui beni di consumo salirà da circa il 10% al 23%. Quella su minerali, metalli e chimica passerà dal 20% al 30%, mentre quella sui macchinari passerà dal 23% al 33%.
La Cina ha risposto immediatamente. Il carbone e il gas naturale liquefatto degli Stati Uniti saranno soggetti a un dazio del 15%, mentre il petrolio greggio, i macchinari agricoli, i veicoli di grossa cilindrata e i pick-up avranno un dazio del 10%.
Inoltre, Pechino imporrà maggiori restrizioni sulle esportazioni di tungsteno, tellurio, bismuto, indio e molibdeno. Infine, Pechino avvierà una indagine antitrust su Google, che si aggiunge a quella già in corso su Nvidia.
L’escalation in corso dovrà portare ad una trattativa, a cui sia Pechino che Washington sono pronti.
Si registra nel frattempo la squinternata risposta europea (ipotetica) rispetto ai dazi (ancora ipotetici) applicati da Trump alle merci europee.
Anche in questo caso non si arriva a comprendere che l’interesse di Trump è verso un maggiore impegno sulle spese per la difesa in Europa ed un maggiore equilibrio nella bilancia commerciale, non ad una guerra commerciale in sé né all’autarchia. Questa è la situazione dell’interscambio USA-UE nel 2024 (manca ancora il dato di dicembre, stimabile in altri 20 miliardi di surplus europeo):
Dei 213 miliardi di dollari di surplus Ue verso gli USA, oltre un terzo è surplus tedesco:
Mentre circa 40 miliardi sono il surplus dell’Italia:
Si avvicina il momento in cui la Casa Bianca annuncerà i dazi sull’Unione europea. Vi saranno reazioni scomposte, nessuna delle quali metterà a fuoco i motivi per cui Trump agisce in questo modo. Europa-san non coglie il messaggio di Myiagi Trump. Dai i dazi, togli i dazi.
Gli autori
Fabio Dragoni
Bocconiano. Un passato da manager e piccolo imprenditore. Si è occupato per anni di sanità dopo aver lavorato qualche lustro nel mondo delle banche locali. Dal febbraio 2014 non si dà pace. Lotta e scrive di moneta e libertà. Oggi firma de La Verità, Il Timone e CulturaIdentità. Polemico come molti suoi conterranei. Perché come dice Stanis La Rochelle: “i toscani hanno devastato questo Paese”.
Sergio Giraldo
Classe 1969, laurea in Scienze Politiche a Milano. Attivo da trent’anni nel settore dell'energia, dove ha ricoperto ruoli dirigenziali in diverse aziende, è analista indipendente dei mercati delle commodity, delle politiche europee e del commercio internazionale. Collaboratore assiduo del quotidiano La Verità. Socio di a/simmetrie.
Giuseppe Liturri
Nato a Bari nel 1966. Laurea in Economia Aziendale all'Università Bocconi e trentennale esperienza in finanza e gestione d'impresa. Dal 2018 impegnato in un'intensa attività di divulgazione e commento su temi di economia nazionale e internazionale, con particolare attenzione all'Eurozona. Scrive su La Verità e su Startmag.it
Forse i giornalisti più giovani conosco Kobra Kai (serie tv sequel di Karate Kid)