OUT! n. 26 - 17/07/2024
A Monti piace l'Italia pecora di fronte al lupo | Ursula nasconde i contratti dei vaccini e ricatta la Meloni |
A Monti piace l’Italia pecora di fronte al lupo
(#GL) Il senatore a vita Mario Monti è l’ennesimo tentatore che tenta di abbindolare Giorgia Meloni, “suggerendole” di indirizzare domani almeno una parte dei 78 preziosi voti del gruppo dei Conservatori a favore di Ursula von der Leyen.
Lo ha fatto oggi dalle colonne del Corriere della Sera, riproponendo la stessa fallimentare logica del presentarsi col piattino in mano per mendicare qualche strapuntino. La stessa logica con cui ci hanno regolarmente beffato almeno negli ultimi 15 anni in Europa. “Tu firma qui, che poi ti spieghiamo e ti compenseremo adeguatamente…” è la frase utilizzata dai venditori porta a porta, con cui ci hanno fatto approvare ogni genere di nefandezza, dannosa per l’Italia.
Monti non si smentisce mai. Ci fa sapere che c’è da difendere “l’interesse nazionale” e già questa è una novità, perché ricordiamo ancora le battaglie del PD “nell’interesse dell’Europa”.
Secondo lui, bisogna approfittare dell’occasione propizia costituita dalla “cabina di regia” franco-tedesca molto debole, per non dire quasi vuota. Ma giammai pensare di “installarsi” in quella cabina, perché il “lupo” è in sonno ma sempre forte. Allora meglio farsi agnello “non esibendo la forza, ma mostrando comprensione, condivisione nei confronti di chi attraversa un momento difficile” (sì, avete letto bene…).
Bisogna “parlare più spesso con Francia e Germania, bilateralmente e trilateralmente, in modi formali e informali con un’agenda di medio-lungo periodo […] avendo obiettivi ambiziosi”.
Altrimenti Francia e Germania chiameranno a bordo Spagna e Polonia (temi economici e sicurezza).
Per finire col solito “pizzino”. Meloni voti von der Leyen domani evitando “posizionamenti eterodossi e non ingiustificate ripicche”.
Esattamente la stessa strategia con la quale i franco-tedeschi ci hanno sempre messo i piedi in testa in Europa.
Allora, caro Monti, come diceva Seneca, “Chi non stima se stesso non può essere stimato dagli altri”, tradotto a Napoli in “Chi pecora se fa, 'o lupo s' 'o magna”.
Ursula nasconde i contratti dei vaccini e ricatta la Meloni
(#GL) Non sappiamo l’eco che avrà sui giornali domani la sentenza del Tribunale generale della Ue che oggi ha condannato la Commissione per aver coperto di “omissis” i contratti di acquisti dei vaccini, la cui visione era stata richiesta da alcuni europarlamentari.
Prontamente rilanciata da Politico.Eu e Financial Times, ci sono volute ore affinché apparisse anche sui media nazionali. Al punto che l’ex presidente della Rai, Marcello Foa ha reagito così su “X”:
“C'è stata censura? Ne dubito, piuttosto ha funzionato ancora una volta il frame, che condiziona il cervello di ognuno di noi: quando la notizia è in forte contrasto con una convinzione profonda, tende a essere scartata o relativizzata. E in questo caso i frame dominanti nelle redazioni sono addirittura due:
1) La Corte dà ragione ai pochi deputati che in perfetta solitudine e nel silenzio mediatico hanno denunciato l'opacità dei contratti con Pfizer & Co; il che è oggettivamente imbarazzante per chi per mesi ha ignorato la questione, accettando acriticamente qualunque spiegazione ufficiale e addirittura la cancellazione degli Sms scambiati con il Ceo della Pfizer.
2) La sentenza mette in difficoltà Ursula, quindi l'establishment europeo, quindi la grande stampa che la sostiene, peraltro auspicando che anche la Meloni la sostenga. Situazione delicatissima che la polemica mediatica potrebbe far deflagrare politicamente, privando la Von der Leyen dei voti necessari.
Quindi meglio ignorare, tanto fra Trump e partite del cuore dei politici, i titoli non mancano. Così funziona, anzi non funziona, purtroppo, l'informazione”.
A poche ore da domani, quando “a los cinco de la tarde”, Ursula von der Leyen saprà se sarà stata eletta Presidente della Commissione, questa è una bomba sul cammino della tedesca, che ha sempre presentato come un successo il suo operato su questo tema.
Ma invece si è permessa di negoziare contratti per miliardi di euro (2,7 solo la prima tranche) in assoluta mancanza di trasparenza. Sotto due aspetti: gli indennizzi a carico delle case farmaceutiche per eventuali risarcimenti in caso di vaccini difettosi e i dati personali del team di negoziatori della Commissione, che potrebbero nascondere potenziali conflitti di interesse.
“Casualmente”, poche ore dopo, sempre su Politico.EU un articolo si chiedeva “la rabbia della Meloni silurerà il secondo mandato della von der Leyen?”. Condito da una serie di minacce più o meno velate sulle “conseguenze” per l’Italia.
La von der Leyen perde terreno e cerca disperatamente i voti degli europarlamentari della Meloni e oggi non ha esitato a chiederli, con le buone o con le cattive.
Gli autori
Fabio Dragoni
Bocconiano. Un passato da manager e piccolo imprenditore. Si è occupato per anni di sanità dopo aver lavorato qualche lustro nel mondo delle banche locali. Dal febbraio 2014 non si dà pace. Lotta e scrive di moneta e libertà. Oggi firma de La Verità, Il Timone e CulturaIdentità. Polemico come molti suoi conterranei. Perché come dice Stanis La Rochelle: “i toscani hanno devastato questo Paese”.
Sergio Giraldo
Classe 1969, laurea in Scienze Politiche a Milano. Attivo da trent’anni nel settore dell'energia, dove ha ricoperto ruoli dirigenziali in diverse aziende, è analista indipendente dei mercati delle commodity, delle politiche europee e del commercio internazionale. Collaboratore assiduo del quotidiano La Verità. Socio di a/simmetrie.
Giuseppe Liturri
Nato a Bari nel 1966. Laurea in Economia Aziendale all'Università Bocconi e trentennale esperienza in finanza e gestione d'impresa. Dal 2018 impegnato in un'intensa attività di divulgazione e commento su temi di economia nazionale e internazionale, con particolare attenzione all'Eurozona. Scrive su La Verità e su Startmag.it