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Buongiorno, segnalerei a Fabio Dragoni un aspetto riguardante la vicenda superbonus edilizi del quale né lui né altri sembra abbiano tenuto conto.

Si sono concentrarsi invece sulle sole questioni economiche che lo riguardano ed eventualmente sulla sua funzionalità o meno nei riguardi del cosiddetto moltiplicatore keynesiano.

Come per motivi ovvi avviene sistematicamente nei settori di volta in volta favoriti dall'incentivazione di Stato, il mercato dei materiali per edilizia ha registrato aumenti ancora superiori rispetto alle percentuali già molto sostanziose offerte dal provvedimento ai percettori del superbonus.

Questo in sostanza ha spinto verso l'alto il costo dei prodotti secondo un criterio che gli anglosassoni definiscono skyrocketing. Detesto gli anglicismi e più che mai nel contesto italiano dove sono regolarmente utilizzati a sproposito e spesso con errori grossolani riguardo al loro significato, ma questa volta si tratta del termine che sembra il più indicato per definire la tendenza.

In sostanza l'effetto primario del superbonus, e pertanto quello in funzione del quale si può supporre sia stato promulgato, è quello di aver reso inaccessibile un qualsiasi prodotto commercializzato tramite il mercato dei prodotti per edilizia per chiunque non faccia parte dei ceti privilegiati o non sia una società di capitali florida dal punto di vista finanziario.

Ecco allora che dietro la facciata del presunto moltiplicatore keynesiano si nasconde la logica della fiscalità regressiva, volta a spostare ricchezza dal basso verso l'alto e a scremare il campo delle aziende attive nel settore da quelle non sufficientemente forti economicamente.

Come se non fosse già più che abbastanza, detta logica andrebbe poi osservata in funzione delle misure stabilite dall'UE riguardo all'edilizia e in particolare ma non solo alle abitazioni civili, rispetto alle quali assume finalità devastanti.

Tutto il patrimonio immobiliare deve essere convertito a emissioni zero, pena l'impossibilità di vendere o affittare e persino l'esproprio da parte delle "autorità" che poi incaricheranno ditte globalizzate delle ristrutturazioni necessarie e poi dell'affitto degl'immobili, secondo la logica del "non avrai nulla ma non sarai mai stato così felice".

E' evidente pertanto che un aumento tanto marcato per i costi dei prodotti per edilizia abbia quale primo effetto l'impossibilità per la stragrande maggioranza dei piccoli proprietari di accedere ai relativi prodotti e quindi di adeguare le abitazioni di cui sono in possesso alle regole UE appositamente rese deliranti e nello stesso tempo oltremodo stringenti. Così da favorire un esproprio di massa che non ha precedenti storici, se non forse quello delle fattorie dei kulaki in epoca staliniana.

Questo e non altro è il vero significato del superbonus: strumento atto a facilitare e rendere pervasivo al punto di essere dilagante il processo di esproprio già da anni in programma, reso operante in tempi non sospetti, ossia a distanza di sicurezza dal suo avvio, in modo tale da mascherarne le reali finalità, quantomeno agli occhi di chi non desideri vederle o meglio ancora voglia trascurarle minuziosamente.

Pur con tutta la simpatia per Dragoni e per gli altri componenti del gruppo che ho seguito a lungo già nel periodo delle dirette di "Libertà di pensiero, meglio di niente", e qui voglio ricordare la figura di Sebastien Cochard che fra tutti è quella che mi ha ispirato maggiormente e ha attratto la mia simpatia, sappiamo poi la fine che ha fatto, come andrebbe definita la funzione di chi si occupa di superbonus senza menzionare la sua reale finalità?

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